SPAL. AL PAOLO MAZZA “IN GIOCO L’UGUAGLIANZA”

Giovedì 23 Gennaio, alle ore 15.00, presso lo stadio Paolo Mazza di Ferrara, si è svolto l’incontro“ In gioco per l’uguaglianza”. L’evento è stato dedicato al “Giorno della Memoria”, che si celebra come ogni anno il 27 Gennaio. Un contesto davvero speciale, lo stadio della città di Ferrara, che ha ospitato la testimonianza di figure istituzionali, ma anche 330 studenti del Liceo Scientifico A.Roiti e 100 tra ragazze e ragazzi che fanno parte del settore giovanile spallino.
L’evento è stato organizzato dal MEIS, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah in collaborazione con Spal Foundation. L’iniziativa godeva del patrocinio del Ministero per lo Sport e i giovani, della Federazione Italiana Giuoco Calcio e della Lega Italiana Calcio Professionistico (Lega Pro).
La finalità dell’evento era la sensibilizzazione e la lotta alla discriminazione, attraverso storie di calcio, Shoah e lotta al razzismo, affinché le atrocità del passato, non si ripetano mai più,

Diversi gli ospiti che sono intervenuti, a cominciare dai membri istituzionali Amedeo Spagnoletto, Presidente del Meis, Luca Carra, Direttore Generale della Spal e Massimiliano Rizzello, Coordinatore Regionale del settore giovanile scolastico, che hanno ribadito come lo sport attraverso i suoi valori, possa aiutare gli atleti nell’adozione di comportamenti inclusivi e di rispetto.

Sono poi intervenuti, Silvia Chiellini e Alessandro Bassoli, rispettivamente calciatrice e calciatore della prima squadra della Spal, che hanno raccontato alcune esperienze che in passato hanno vissuto sulla loro pelle o indirettamente; Sottolineando purtroppo come anche il calcio non sia esente da episodi discriminatori e di razzismo.

Lo sport infatti e il calcio in particolare, attraverso la visibilità che detengono, hanno il dovere di veicolare la sensibilizzazione sull’aggregazione e inclusività tra culture differenti.i

La parola è successivamente passata ad Adam Smulevich, scrittore e giornalista di “Pagine Ebraiche”, giornale dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che ha dialogato con Paolo Poponessi e Roberto Di Veroli, i quali si sono immersi nella presentazione del libro: “Una Stella in campo. Giovanni Di Veroli dalla persecuzione razziale al calcio di Serie A”.
Gli autori del volume, Paolo Poponessi e Roberto Di Veroli, figlio di Giovanni, hanno voluto raccontare la storia del padre di quest’ultimo, calciatore italiano di origini ebraiche. Nato nel 1932 a Roma, visse la sua infanzia durante il periodo fascista e a causa dell’istituzione delle Leggi razziali nel 1938, fu costretto a subire le persecuzioni del regime.
Fra i momenti più difficili della sua vita, il bombardamento dell’8 settembre 1943 di Velletri, dove Giovanni Di Veroli fu salvato e tirato fuori da sotto le macerie e il rastrellamento nel Ghetto di Roma l’8 ottobre dello stesso anno.
Fortunatamente Giovanni Di veroli, sopravvisse al difficile periodo di paura e sofferenza e riuscì a coronare il sogno sportivo arrivando a giocare in Serie A. Ancora oggi, unico calciatore, ebreo romano, ad arrivare nella massima serie del calcio italiano, disputò con la Lazio 5 stagioni, vincendo la Coppa Italia nel 1958 con i colori biancocelesti.

In occasione della 24ª giornata di Campionato, la lega pro celebrerà il ricordo del “Giorno della Memoria” di quest’anno, con un’importante iniziativa: A tutti gli allenatori e ai rispettivi vice, verrà regalato il libro di Primo Levi “Se questo è un uomo” e nei led a bordo campo di tutti gli stadi si potrà leggere la famosa frase dello scrittore: “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”.