I GRANDI FERRARESI NELLO SPORT: RICCARDO CERVELLATI

Riccardo Cervellati, nasce a Ferrara il 6 settembre 1962. Come per tanti bambini di quegli anni, la sua passione per il calcio nasce nel cortile di casa, giocando tra  coetanei in partite organizzate al momento nei campetti improvvisati nelle aree verdi e nei giardini pubblici. La sua prima esperienza di calcio giocato in modo organizzato, avviene nella squadra parrocchiale di San Benedetto su un campo di terra battuta, dove conosce il suo primo allenatore Attanasio Koulouris, uno studente greco, allora in Italia per frequentare l’Università, appassionato di calcio. Dopo avere giocato in diversi ruoli, Cervellati scopre la sua vocazione da portiere ed inizia a ricoprire in maniera costante quel ruolo che lo porterà negli anni ad arrivare al calcio professionistico. La svolta verso la carriera di calciatore avviene al compimento dei 14 anni, quando viene notato da Luciano Cazzanti, tra i responsabili al tempo delle squadre giovanili della Spal, nelle quali il giovane portiere ferrarese, segue tutto il percorso che lo porta ad approdare alla prima squadra, dove rimarrà in veste di portiere titolare fino al compimento dei 26 anni.

 

Anni questi per Riccardo Cervellati, dove indossare la maglia della Spal è motivo di grande orgoglio ed anche di grandi soddisfazioni, a soli 16 arriva la convocazione con la prima squadra e a 19 l’esordio in serie B con la maglia di portiere titolare Biancazzurro.  Da quel momento per Cervellati, inizia una lunga stagione che lo porta a vestire la maglia della Spal per sette Campionati consecutivi. Al termine di questo settennato, dopo aver rifiutato un’offerta dello Spezia, e dopo aver preso in considerazione l’ipotesi di allontanarsi dal calcio professionistico, decide di prendere tempo per sé iscrivendosi all’Università. Era il 1988, un anno colmo di sconforto per il campione ferrarese, che dopo qualche esame universitario, torna sui campi di calcio con uno spirito completamente diverso e per puro divertimento, giocando da attaccante nel campionato amatori, con una squadra formata dagli amici di sempre. Ma evidentemente la carriera calcistica di Cervelllati, non era destinata a concludersi in questo modo, dopo la retrocessione della Centese dalla Serie C1 alla C2 nel Campionato 1988-89, viene chiamato dal Presidente Valerio Giusti che gli propone di tornare a giocare da professionista, Cervellati decide di affrontare la sfida ed accetta senza tentennamenti.

 

Ritrovato l’entusiasmo iniziale l’estremo difensore ferrarese, rimane a difendere la porta della squadra del Guercino per due stagioni, fino al 1991, quando per la sua carriera arriva una nuova importante svolta, lo vuole il Bologna del Presidente Piero Gnudi, allenato da Gigi Maifredi, avviene quindi un cambiamento radicale, anche nella vita di Riccardo Cervellati, sia per quanto riguarda il prestigio della società nella quale è chiamato a giocare, vincitrice di uno scudetto nel 1964, sia per la dimensione della città di cui veste i colori. Un’opportunità, questa offerta di difendere la porta del Bologna, che rappresenta per lui una grande occasione di crescita. Una carriera calcistica, quella di Cervellati, che come lui stesso afferma, si è rivelata un  viaggio pieno di sorprese, arricchito da molte persone che lo hanno sostenuto ed aiutato ed anche dalla sua scelta di non incentrare i suoi interessi solamente sul calcio, ma di non rinunciare a quanto ha potuto trovare di interessante al di fuori di questo mondo. Le diverse “piazze” nelle quali ha giocato, racconta, avevano caratteristiche molto diverse, la realtà Bolognese, quella Centese e quella Ferrarese, non solo dal punto di vista delle società, ma anche delle città erano completamente differenti. La pressione maggiore che ha vissuto durante gli anni giocati da professionista, è stata quando ha vestito la maglia del Bologna, una forte presenza dei media per tutta la settimana e durante le partite il pubblico del Dall’Ara sempre molto numeroso, erano circostanze non facilmente trascurabili. Tra gli episodi che ricorda con grande piacere, Cervellati mette in primo piano i Derby giocati tra Bologna e Spal che, anche per la storica rivalità tra le due tifoserie, quando si giocano, sanno regalare grandi emozioni. Resterà al Bologna per 4 Stagioni, tra i suoi compagni di quegli anni, Massimo Bonini, Giuseppe Incocciati, Gianluca Pessotto, Mark Iuliano e Ivano Bonetti.  Finito il periodo di permanenza al Bologna, viene chiamato dall’amico Paolo Stringara, a “dare una mano” all’Iperzola, squadra di Zola Predosa, dove Stringara sta dando inizio alla sua carriera di allenatore, assieme a Fabio Poli ed altri ragazzi del Bologna, portano la squadra a vincere il campionato di Serie D e l’anno successivo a giocare il campionato di C2. Terminata l’esperienza all’Iperzola, il portiere ferrarese viene contattato dalla Spal di Giovanni Donigaglia, siamo nel 1997 e la squadra Biancazzurra è reduce da una retrocessione dalla C1 alla C2, a volere Cervellati, ancora tra i pali del Paolo Mazza, sono il Direttore Sportivo Roberto Ranzani e l’allenatore Gianni De Biasi, che hanno il compito di ricostruire e rinnovare completamente la squadra dopo la brutta annata della retrocessione, Cervellati decide, anche questa volta senza indugi, che quello era il momento giusto per rimettersi in gioco con la tanto amata squadra di casa e riprendere il percorso in maglia Biancazzurra, interrotto tanto tempo prima. Con quella squadra vincerà il campionato, riportando Ferrara in serie C1 e l’anno successivo raggiungerà il 7° posto in Campionato e vincerà la Coppa Italia di Serie C, prima di decidere di abbandonare definitivamente il calcio professionistico, chiudendo, in Biancazzurro, una carriera iniziata proprio con la stessa maglia della Spal, da sempre sua squadra del cuore. Oggi Riccardo Cervellati è rimasto nel mondo del calcio professionale assumendo il ruolo di procuratore.